mercoledì 25 novembre 2015

CHE COSA E' LA GRAFOLOGIA FRANCESE

Che cosa è la grafologia francese

La Grafologia, dal greco grafè (scrittura) e lògos (studio), è una scienza umana che studia l'uomo attraverso la sua scrittura, decodificando i tratti della sua personalità, della sua affettività e mettendone in luce le caratteristiche comportamentali e relazionali.
Essa è una scienza sperimentale che dall’espressione grafica naturale dello scrivente, ne rileva la personalità psicofisica, con le componenti intellettive, tendenze temperamentali, attitudini professionali, scolastiche, di coppia, predisposizioni morbose, congenite e in atto.
Lo studio consiste nel porre in stretta relazione l’espressione grafica individuale con l’identità del soggetto scrivente e nell’attribuire specifici significati ai segni che sono tracciati sulla carta. L’azione stessa dello scrivere è, infatti, una diretta conseguenza di meccanismi in gran parte inconsci, ed è frutto di un’interazione tra sistema nervoso centrale e apparato muscolare. Questo rende la scrittura uno dei comportamenti umani più complessi ed espressivi. Possiamo quindi affermare che in natura non esistano due grafie identiche, così come, la personalità di ciascun essere umano è unica e irripetibile. La scrittura è quindi lo specchio di chi scrive. Superate le fasi dell'apprendimento, essa diventa un processo automatico (grafismo), risultato delle risposte motorie ai neuroni. Tali risposte comportamentali non possono essere che uniche, come esclusive lo sono le esperienze emozionali degli individui. Da queste premesse deriva la possibilità d’interpretazione della scrittura per la descrizione della personalità umana. La scrittura ci parla dell’individuo e non lo immobilizza in una tipologia ma evidenzia i delicati meccanismi, consci e inconsci, che formano ogni essere umano. Ogni singolo elemento grafico deve essere necessariamente rapportato alla situazione, all’interno, di quella scrittura, che è di quella persona e di nessun altro. Ogni singolo elemento porta in sé un significato ma anche il suo opposto, sarà l’ambiente grafico, la totalità della scrittura a dirci quale sia il giusto significato e la legittima interpretazione. E’ compito del grafologo rilevare i singoli segni per ricavarne un significato che rappresenti la sintesi delle indicazioni di ciascun segno e di tutti i segni assieme nella loro armonia.

Le varie scuole di grafologia


La Scuola Francese

Sin dal 1830, in Francia sorse una Società Grafologica e una relativa scuola, curata da ecclesiastici. Esponenti di tale accademia furono, l’abate Michon.
Jean-Hyppolite Michon (1806-1881), cui si deve il conio della parola “Grafologia”, convinto che ogni atto dell’essere umano sia espressione dei suoi sentimenti, stimoli e sensazioni, afferma che è nella scrittura che s’imprimono le diverse proprietà dello scrivente. Merito fondamentale del Michon è di aver fatto della grafologia una “scienza ragionata”. Nella sua opera maggiore, Méthode pratique de graphologie del 1878, l’abate illustra il suo metodo, basato sulla teoria dei segni fissi, per cui a ogni singolo segno grafico corrisponde un particolare e ben definito aspetto del carattere. Michon, pur interpretando la scrittura come qualcosa di statico e non come il riflesso della psiche individuale, può comunque essere considerato il padre della grafologia moderna. A sviluppare le sue tesi, ci penserà il suo discepolo J. Crépieux Jamin.
Con J. Crépieux Jamin (1859-1940) la grafologia francese diviene una scienza razionale, basata sull’osservazione empirica, regolata da leggi precise e suscettibile di verifica sperimentale. Il metodo di classificazione jaminiano è caratterizzato dalla ripartizione in sette generi fondamentali (pressione, velocità, forma, dimensione, direzione, continuità, ordine) e 175 differenti specie con modi diversi. Contrariamente al suo predecessore, Crépieux-Jamin collega le qualità psichiche non a un singolo segno, ma a un complesso di segni, cercando di risalire dal gesto grafico alle cause psicofisiche che lo determinano.

La Scuola Tedesca

W. Preyer, nella sua opera Zur Psychologie des Schreibens (La Psicologia della scrittura), è il primo a dimostrare che le variazioni della scrittura non dipendono dal semplice movimento della mano, ma sono il frutto di un’attività cerebrale. Lo studioso osserva che tenendo la penna con la bocca o con un piede, i caratteri fondamentali della scrittura restano i medesimi che quando teniamo la penna con la mano. Tuttavia, il vero caposcuola della corrente tedesca fu il filosofo Ludwig Klages (1872-1956). Criticando la tesi della schematizzazione seguita da Michon e Crépieux, egli vuol portare l’attenzione dei grafologi verso il complesso grafico e la sua fisionomia unitaria. Da una singola scrittura, vuol risalire al dinamismo personale che la determina. Ciò conduce a una differenziazione individuale.
Potendosi pervenire alla conoscenza delle potenzialità psichiche del singolo soggetto mediante l’analisi grafologica, secondo Klages, è possibile scoprire attitudini particolari e indagare sulle peculiarità individuali dei soggetti sia in ambito dell’analisi del carattere e della personalità che in tema di compatibilità matrimoniali e di scelte professionali.
Il lavoro del grafologo poteva, altresì, rivelarsi utile anche in Criminologia per l’accertamento di eventuali potenzialità criminose.
Su posizioni opposte rispetto a Klages fu, invece, il neurologo Rudolf Pophal che risale dal movimento scrittorio alla corteccia cerebrale, in cui cerca la localizzazione del gesto grafico.

La Scuola Svizzera

Esponente di tale scuola è Max Pulver (1899-1952), psicologo e grafologo del Tribunale di Zurigo.
Pulver è il primo ad affermare che, nell’atto dello scrivere, la mano risponde a impulsi che partono dalla corteccia cerebrale e li fissa in un campo grafico rappresentato dal foglio, ambiente in cui l’Io si muove, esprimendo il suo carattere personale. Per Pulver, “l’uomo, scrivendo, descrive se stesso”. E’ Pulver, dunque, l’ideatore del campo grafico, in cui la scrittura si muove, manifestando come l’uomo è e come esso vorrebbe apparire innanzi agli altri. Più che occuparsi dei singoli segni, egli concentra i suoi studi sulla distribuzione dello scritto nello spazio.

La Scuola Inglese

Robert Saudek (1880-1935), nato in Cecoslovacchia, opera in Inghilterra ove avvia i suoi studi di grafologia.
Il suo lavoro di scrittore e giornalista lo porta a condurre ricerche in tale campo, utilizzando strumenti d’indagine originali per l’epoca, come le tecniche di ripresa cinematografica per calcolare la qualità e il tono del movimento scrittorio.
Molto espressivi sono i suoi esperimenti sulle scritture dei gemelli monozigoti.

La Scuola Italiana

In Italia, di Grafologia si occupa lo psichiatra Cesare Lombroso, autore dell’opera Grafologia in cui sono tracciati elementi per individuare, in una scrittura, le caratteristiche psichiche dei criminali e degli alienati.
Afferma Lombroso che “l’uomo, quando scrive, è tutto intero nella sua penna, e quindi nella mano che n’è strumento intermediario; così che, se la parola è la manifestazione istantanea del pensiero, la scrittura ne è una traduzione altrettanto immediata se non più rapida”. (C. Lombroso, Grafologia, pag. 12).
Ma è con Girolamo Moretti (1879-1963), fondatore della nuova Scuola grafologica italiana con sede a Urbino, che la Grafologia assume un carattere realmente scientifico, ponendosi sul piano delle teorie dei maggiori maestri europei.
Moretti, monaco francescano, pubblica, sotto lo pseudonimo di Umberto Kock, il Manuale di grafologia (giunto, nel 2006, alla XV edizione col titolo di Trattato di grafologia. Intelligenza e sentimento).
Secondo Moretti la grafologia va considerata come una scienza sperimentale che consente di risalire alla predisposizione psichica di una persona attraverso l’analisi di un suo scritto.
La grafia, come espressione privilegiata dei sistemi che interagiscono nella formazione della personalità, è lo specchio di ciascun’individualità e come tale riflette sia la realtà immediata dello scrivente, sia ogni mutamento che avvenga nel suo intimo.
Da questa concezione dinamica di fondo Moretti creò un metodo grafologico attento a captare i dinamismi individuali attraverso i "segni grafologici”: il suo originalissimo metodo era basato sulla rilevazione e classificazione in specie e sottospecie dei segni grafologici determinata dalla loro intensità (in una scala decimale) e sulla successiva combinazione delle tendenze psicologiche da essi rilevate.
Esponente dell’altra Scuola italiana è lo psicologo Marco Marchesan (1899-1991), secondo il quale la scrittura, nata dall’esigenza di focalizzare in modo durevole il pensiero, sarebbe l’unica espressione umana che manifesti l’Io nei suoi aspetti: il conscio, l’inconscio e il subconscio. La grafologia del Marchesan studia tre ordini di fenomeni: la dinamica psichica, le leggi di proiezione e il sistema segnico.