Sintesi d'orientamento


Sintesi d'orientamento

C.Jamin, essendo dai suoi tempi avvenuta una modernizzazione dello stile grafico, i suoi successori hanno operato una revisione delle sue classificazioni introducendo nuove specie e ampliando alcuni significati. Comunque, per quanto sotto alcuni aspetti superato, l’ABC di C.Jamin costituisce ancora oggi il “vademecum” del grafologo di Grafologia Francese, e non solo. Prima di passare alla classificazione della scrittura negli otto generi specifici, C. Jamin ha operato una prima suddivisione di base, che ha chiamato Sintesi d'orientamento. Queste sintesi sono le seguenti: scrittura inorganizzata, organizzata, disorganizzata, armoniosa, e non armoniosa.

SCRITTURA INORGANIZZATA

Inorganizzata: appartiene a chi, bambino o adulto non scolarizzato, non  padroneggia il gesto dello scrivere e produce un tracciato maldestro, vacillante, interrotto e mal formato. L’analisi grafologica su scrittura inorganizzata può essere soltanto sommaria, perché gli indici grafici in grado di suggerire le interpretazioni relative non sono completi. L’interpretazione della scrittura inorganizzata del bambino, ritenuta di grande difficoltà, è in parte realizzabile grazie ad alcune teorie di recente acquisizione.

SCRITTURA ORGANIZZATA

Organizzata: appartiene all’adulto scolarizzato e all’adolescente, a chi cioè ha acquisito padronanza del proprio gesto grafico, quand’anche in evoluzione, come nel caso dell’adolescente. Soltanto sulle scritture organizzate è possibile effettuare un’analisi grafologica completa. In genere, salvo casi eccezionali, ai nostri tempi in 20 cui si è raggiunta una sufficiente scolarizzazione, si lavora quasi sempre su scritture organizzate sia di adulto che di adolescente. Le esercitazioni proposte nel presente corso riguardano esclusivamente scritture organizzate. Solo al terzo anno, nell’ambito delle scritture dei bambini e negli stati psicopatologici, verranno proposte esercitazioni su scritture inorganizzate e disorganizzate.  

SCRITTURA DISORGANIZZATA

Disorganizzata: appartiene a chi, per intervenute ragioni organiche, traumatiche, psichiche, d’invecchiamento avanzato, di malattia, droga, etilismo, non controlla più il proprio gesto e produce una scrittura in cui l’organizzazione generale è seriamente compromessa, dalla forma delle lettere, agli spasmi del movimento, alla confusione spaziale. Su queste scritture è possibile effettuare l’analisi grafologica soltanto attraverso la comparazione con altri scritti “organizzati”, prodotti cioè dalla stessa persona in momenti in cui i centri nervosi non erano compromessi. E’ frequente incontrare scritture disorganizzate in alcuni testamenti, materia di un settore della grafologia: la perizia.

IL CONCETTO DI ARMONIA

Secondo il fondatore della grafologia francese Jules Crèpieux-Jamin, una delle prime sintesi con cui il grafologo si deve misurare per entrare in contatto con una grafia è quella costituita dai valori dell’ARMONIA. Rappresenta il criterio principale per valutare la scrittura in una visione d’insieme che consente di orientare le successive classificazioni e interpretazioni. L’ARMONIA, quale prima grande sintesi Jaminiana, è tutt’ora utilizzata dalla grafologia moderna anche se alcuni parametri sono stati in parte attenuati e in parte ampliati, pur conservando il suo significato generale, oggi è senza dubbio un concetto più evoluto. Crèpieux-Jamin, infatti, considerava l’armonia indice di superiorità e la disarmonia uno stato di inferiorità della personalità tanto sul piano morale che intellettuale e ciò ovviamente in rapporto alle concezioni psicologiche e morali della sua epoca. L’ideale era rappresentato dal buon cittadino rispettoso delle regole, attivo e sensibile, intelligente e lontano da ogni eccesso: in una parola, equilibrato. Un concetto, per certi aspetti, ancorato ad una sorta di perbenismo culturale. La grafologia moderna condivide la conclusione di Jamin nella misura in cui l’armonia della scrittura traduce una personalità equilibrata, qualità di intelligenza e di affettività che vi sono insite, ma non come indice di superiorità che implica inevitabilmente un giudizio morale. Attualmente si considera che un buon grado di armonia del grafismo sia indice di equilibrio e di unità della personalità, elementi che favoriscono l’inserimento sociorelazionale. E’ indizio di un pensiero chiaro, indipendentemente dal suo contenuto e dal livello intellettuale. Troviamo infatti scritture armoniose in scriventi di scarsa cultura e scritture inarmoniose in persone dotte. Il concetto di armonia non è dunque partecipe del livello culturale, bensì in rapporto all’equilibrio interiore. E’ un fattore di chiarezza con se stessi e con gli altri espressione a sua volta di autostima e di fiducia in se stessi e nel prossimo, di autoconsapevolezza, di intelligenza sociale. La persona armonica fa valere i propri principi e i propri diritti in modo naturale, spontaneo e non aggressivo e nel rispetto di quelli degli altri. E’ un soggetto inserito armoniosamente nella società senza tuttavia esserne prigioniero. L’armonia ci informa pertanto sull’equilibrio interiore del soggetto e sul suo adattamento rispetto alla collettività, sulla padronanza di sé unita al rispetto degli altri, sulla gestione autonoma della sua individualità nel contesto sociale.

LA DISARMONIA

La disarmonia (con le sue discordanze, confusioni, esagerazioni) corrisponde a un disadattamento che può essere determinato da diverse cause. Ma oltre a poter essere espressione di una confusione patologica può anche essere manifestazione di libertà espressiva ed emotiva, espressione dell’originalità creativa. Sarà ovviamente l’ambiente grafico a confermare le diverse ipotesi. Sotto l’aspetto tecnico con il termine armonia si intende la presenza di un tracciato dalle forme delle lettere semplici, proporzionate nelle 3 zone, chiare, sobrie, non appesantite e complicate da tratti inutili,in cui la traccia d’inchiostro che le disegna dovrà scorrere in modo fluido, non ingorgata da scorie e addensamenti, né irrigidita da tensioni e spasmi, mentre lo spazio che circonda il testo (i margini), quello che intercorre tra le righe (interlinee), tra le parole e le lettere, dovrà essere ripartito in modo equilibrato, ma non metodico, senza schematismi né rigidità. La scrittura non dovrà portare discordanze importanti e conservare un insieme di omogeneità tra le sue parti, vale a dire equilibrio e proporzione tra gli aspetti della forma, del movimento, del tratto, dello spazio, equilibrio costante nel corso dello stesso grafismo. Anche una scrittura ineguale può essere omogenea, se le ineguaglianze non si discostano dallo stile della scrittura. La firma inoltre, anche se in genere appare più sciolta e, in alcuni casi, stilizzata, dovrebbe mantenere i caratteri della scrittura stessa, sia pur maggiormente personalizzati.

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