PACOSSO


P.A.C.O.S.S.O

Il grafologo, nel compilare il suo piano di lavoro sotto la voce “ARMONIA” dà una valutazione particolare a sette precisi parametri, che complessivamente vengono ordinati nella sigla P.A.C.O.S.S.O. per comodità di memorizzazione, di seguito elencati.



PROPORZIONE:

concerne sia la dimensione verticale che orizzontale nonché quella degli spazi. Proporzione dunque tra le tre zone della scrittura (zona superiore inferiore e mediana), proporzione tra minuscole e maiuscole, delle lettere centrali tra loro e rispetto agli allunghi, equilibrio spaziale.

AISANCE:

l’agevolezza e la scioltezza del tracciato intesa come gesto di spontaneità e naturalezza unita alla facilità di coordinare i movimenti. Una progressione spontanea abile e flessibile è indice di buon adattamento e dell’efficienza del soggetto.

CHIAREZZA:

intesa come leggibilità delle forme che non devono presentarsi complicate ma essere chiare nella struttura e anche in relazione allo spazio ben rapportato tra le lettere, le parole, i margini e le interlinee. E’ indice di una personalità strutturata e anche di chiarezza mentale.

ORDINE:

rapporto equilibrato tra Bianchi/Neri ed una certa cura nel modo di gestire l’impaginazione e di controllare il flusso gestuale. Chiarezza e leggibilità con un buon controllo della spaziatura che indica appunto una relazione equilibrata con l’altro ed è espressione di una buona organizzazione del pensiero.

SEMPLICITA’:

scrittura che non presenta nulla di artificiale, non ha tratti inutili né ornamenti, non ha sovrastrutture superflue né forme eccentriche o esagerate, ma anche l’eccessiva semplificazione – ai limiti della leggibilità – abbassa i valori di tale parametro. La semplicità, nell’ottica dell’armonia, lascia apparire la spontaneità di uno scrivente che si presenta così com’è. E’ anche indice di buon senso e di obiettività.

SOBRIETA’: 

essenzialità, intensità senza complicazioni o ricercatezza voluta. E’ una scrittura moderata nel movimento e nelle dimensioni. Oltre ad essere un segno di circospezione e di misura è anche l’attitudine a vedere l’essenziale ed a scegliere le priorità.

OMOGENEITA’:

il grafismo deve essere privo di discordanze importanti sia nel tracciato che nella firma. L’omogeneità, quando va oltre una semplice uniformità di direzione di continuità e di forma, si collega alla qualità profonda di una personalità unificata.

Si può dunque concludere che l’armonia è principio di equilibrio e coesione. Ci informa sul livello di sicurezza interna e quindi di resistenza alla frustrazione che accresce la forza del soggetto. E’ sorgente di dinamismo perché permette il compimento di un progetto stabile ad ogni livello. Si potrà parlare di ARMONIA quando l’ambiente grafico avrà elementi di equilibrio e libertà al tempo stesso. Al contrario, l’assenza di armonia che si traduce in discordanze, sproporzioni, confusioni, rigidità, monotonia ecc., indicherà in linea generale una certa difficoltà del soggetto a trovare la propria coesione interiore, una cattiva percezione di sé. Il suo inserimento nella società non sarà il frutto di un naturale equilibrio ma sarà piuttosto sottomesso, stereotipato, contrastato, contestatario, comunque costretto a trovare modalità di difesa o di compensazione. Mentre la presenza di uno solo di quegli elementi “disarmonici” non può essere sufficiente a caratterizzare in modo negativo la scrittura, soprattutto se inserito nella grafia di uno scrivente di livello socioculturale modesto. Non bisogna confondere, infatti, la disarmonia con la mancanza di abilità della scrittura tipica di chi non ha compiuto studi superiori o di chi scrive poco.

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